Carissimi amici,
siamo rientrati finalmente… o purtroppo. Ognuno di noi è già rientrato nel suo posto nella “vecchia vita” ma lasciando un pezzettino di cuore in Africa, cuore che però è ancora pieno di sensazioni, sentimenti e ricordi splendidi.
Per salutare chi ha ancora la costanza di leggere questo sito pubblichiamo alcune righe scritte di getto da ognuno dei 3 viaggiatori….
Paolo
Siamo appena rientrati dal nostro viaggio in Kenia e, come al solito siamo ancora carichi e colmi delle sensazioni, degli stati d’animo e delle situazioni che abbiamo vissuto. Siamo partiti pieni di paure ed incertezze ma ora che siamo nuovamente a casa rimane soltanto il cuore e l’anima piena dell’esperienza fatta. A questo mio messaggio seguiranno molte altre testimonianze e racconti, ma ci tenevo a scrivere subito a caldo anche perché io fra alcuni giorni già parto nuovamente per “l’altro mio lavoro”.
Siamo riusciti a fare praticamente tutto quello che ci eravamo prefissi, incontrare i nostri referenti, valutare e controllare le attività svolte laggiù e, più in generale, a parlare con la gente e valutare se quanto ci viene chiesto rispecchia la realtà delle cose. Devo dire a lei e alla comunità che ci sostiene che tutti i nostri sforzi non sono vani e vengono utilizzati al meglio. Abbiamo visto una marea di bambini che correndoci intorno ci ringraziava per il cibo che hanno potuto mangiare grazie ai nostri donatori, ragazze che un poco timide venivano a dirci come stava andando la scuola che frequentano solo perché qualcuno Italia si è privato di qualche cosa, abbiamo pregato insieme alle comunità più diverse per il bene degli amici bianchi e fatto anche molte altre cose. Come forse avrò avuto modo di dire io sono un poco “timido” quando si tratta di chiedere soldi perché sono convinto che non ci sia una causa “migliore dell’altra”, sono tutte buone cause se supportate con il cuore, quindi questo messaggio è solo per rassicurare i moltissimi che ci affidano le loro donazioni e dire loro che i loro sacrifici sono stati ben usati e hanno aiutato molte persone. Vorrei poter essere uno scrittore migliore per descrivere quello che abbiamo vissuto, vorrei poter condividere con loro i sorrisi di benvenuto e far si che tutti potessero vedere quella serie infinita di occhi grandi e stupiti quando veniva detto loro che i “wazungu” (uomini bianchi) erano arrivati soltanto per aiutare loro anche senza conoscerli…. Vorrei.. poter fare molto di più sia per loro che per gli altri…
Credo che quanto ho scritto sia condiviso sia da Lucia sia da Elena ma saranno loro ad esprimere le loro impressioni. Per ora ho una sola certezza.. quella che le cose che abbiamo fatto siano servite a cambiare la vita a molti o almeno ad alleviare le pene a dei fratelli meno fortunati di noi.
Un caro saluto e un GRAZIE di cuore a Tutti quelli che in qualsiasi modo ci aiutano e ci sostengono.
PS
Vorrei anche condividere con tutti quelli che si lamentano della lunghezza delle Messe italiane, le celebrazioni lunghe due ore o due ore e mezza alle quali abbiamo assistito.
Paolo
Elena
Non sono mai stata troppo propensa ad uscire dalla mia zona di comfort. Non è tanto per i luoghi ma per le sensazioni, ho sempre preferito rimanere al sicuro, un po’ per paura un po’ per pigrizia. Questa volta però mi è stata data una possibilità rara e non potevo dire di no. Questa esperienza mi ha aiutato a capire che restare nella propria comfort zone serve a poco. Basta guardare un po’ più in lá per rendersi conto che esiste un mondo che la metà delle persone non immagina nemmeno. Un mondo in cui si riesce a cogliere la bellezza delle piccole cose. La bellezza del sorriso di un bambino quando gli regali la maglietta che hai indosso e che gli piace tanto. La bellezza delle ragazze quando balli con loro e scherzi. La bellezza delle famiglie in difficoltà quando ti interessi a loro. La felicità negli occhi di ogni persona di cui incroci lo sguardo quando cammino per strada. La genuinità della loro gioia e dei loro sentimenti quando ci fai una chiacchierata. Lo stupore quando vedono che a qualcuno di loro importa.
Sono tornata ieri sera e già mi manca, anzi già mi mancano, perché davvero non è descrivibile quello che si prova.
Ho imparato che basta davvero poco per essere felici.
Grazie a chi mi ha permesso di vivere questa esperienza. Grazie a suor Alice e padre Charles e a tutti i volontari che sono coinvolti in questo progetto. Grazie a tutti quelli che mi hanno regalato un sorriso o uno sguardo perché con quei gesti mi avete rubato il cuore. Mi avevano parlato del mal d’Africa ma non ci avevo mai creduto più di tanto.
E invece ad oggi mio trovo a dire che un pezzetto di me rimane lá, e questa esperienza in Kenya rimane in me indelebile come un tatuaggio.
Asante sana rafiki, see you soon 🇰🇪
Lucia
Sono a casa da due giorni,! questo viaggio, così breve così intenso, che ancora non ho realizzato dove effettivamente sono ;perchè se è vero che la casa è dove ci sono i tuoi affetti più cari, devo dire che io sono rimasta in Africa , dai miei bambini, vestiti di stracci e così pieni di sorrisi ,di gioia di vivere nonostante tutto ., , Sono rimasta a Embu in questa Comunità di Suore che ti accolgono ,ti coccolano ti fanno sentire sempre una persona speciale. Sono seduta in macchina con Suor Alice che guida gioiosa e ci porta in mezzo al nulla ,Ai confini del mondo ,come ama dire lei, Lei la mia miglior amica che sa leggere nel profondo del cuore tutte le situazioni e condivide tutto , Il mio cuore è ancora a Wamba .Dio quanto amo questo pezzetto di terra ,pur con tutte le sue contraddizioni le incertezze. i problemi di ogni tipo , , come poter staccarmi dal saluto di quelle due donne completamente cieche, ve vengono dalla savana solo per dirmi ciao mamaafrica ,come se ci fossimo salutate ieri ed è passato più di un anno! le uscite con P Charles con i sacchi di farina di fagioli di zucchero , per raggiungere gli asili più lontani , dove arriverebbe sol il vento caldo che solleva la polvere rossa che ti penetra dappertutto,,i li trovi sotto un’albero i nostri bambini che cantano e imparano tutto ripetendo quello che il maestro insegna, infine non per meno importanza, il nostro ospedale , quando sono entrata in sala operatoria sono stata sopraffatta dai ricordi ,il Prof Rama la Carla Treccani i nostri oculisti!!!!ora comunque sono rientrata e come sempre faremo del nostro meglio per continuare ad aiutare questi nostri fratelli meno fortunati di noi , io sarò sempre la mano che tiene forte questo legame tra noi e loro Continuate a starci vicini perchè da soli non andiamo da nessuna parte , grazie a tutti Lucia