Da Wamba e da Embu

NATALE 2023

Da Wamba:

La parrocchia cattolica di Wamba, come già sapete, si trova nella contea di Samburu e nella diocesi cattolica di Maralal in Kenya. Sono ormai quasi tre anni che sono in questa parrocchia come parroco, la gente di Samburu è così buona e accogliente nonostante le molte sfide che deve affrontare, soprattutto a causa delle difficoltà che incontra in quanto residente nella parte settentrionale del Kenya.
Quest’anno la siccità nel corno d’Africa è stata massiccia, infatti le stime delle statistiche del governo del Kenya parlano di circa tre milioni di persone a rischio di fame e malnutrizione.
Wamba è stata molto colpita da questo fenomeno e molte persone, compresi i bambini, soffrono causa della fame e della malnutrizione. Molte volte le persone devono percorrere lunghe distanze per cercare cibo e acqua per sé e per i propri animali. La frequenza scolastica è diminuita in modo massiccio perché gli studenti sono affamati e quindi non possono andare a scuola, soprattutto nelle
scuole che non hanno programmi di alimentazione . In qualità di parroco di Wamba, desidero ringraziarvi in modo particolare per il buon lavoro che state svolgendo tra la gente di Wamba. Cambiare la vita della gente e dare loro speranza nella vita attraverso le molte attività che gestite nella parrocchia ha avuto un impatto economico sulla popolazione. Grazie alla vostra associazione, la parrocchia cattolica di Wamba è in grado di rispondere ai bisogni della gente di questa zona, soprattutto dei bambini e degli anziani. Si tratta di
nutrire gli anziani e i bambini e di distribuire loro del cibo in modo che possano utilizzarlo a casa.
Questo ha permesso a queste famiglie vulnerabili di mettere qualcosa in tavola per le loro famiglie.
Abbiamo anche un progetto di allevamento di polli per le uova e per la carne. Grazie a questo progetto, la parrocchia cattolica di Wamba è in grado di fornire uova ai bambini malnutriti della parrocchia e, ogni volta che si tengono seminari nella nostra parrocchia, le usiamo come spuntino per i visitatori. Il resto lo vendiamo ai negozi e il denaro ricevuto lo usiamo per far fronte alle spese
della parrocchia.
Guardando al nuovo anno, speriamo che quest’anno sia diverso e che forse la siccità non sia così grave come lo è stata quest’anno. Ci auguriamo di poter aiutare più persone ad accedere al cibo e di continuare ad aiutare i bambini vulnerabili e malnutriti della comunità parrocchiale.
La situazione a Wamba è ancora molto difficile, perché l’ospedale è chiuso e non c’è traccia di una sua prossima apertura perché non ci sono i soldi per farlo. La popolazione sta soffrendo per la mancanza di un luogo adatto a prendersi cura dei propri bisogni sanitari. Anche la scuola per infermieri di Wamba è chiusa e quindi i giovani che vogliono studiare come infermieri non hanno spazio.
Mentre ci prepariamo a ricevere Gesù in questo periodo natalizio, voglio ringraziare, a nome della gente di Wamba, l’Associazione per essere stata al nostro fianco e per aver percorso il cammino con noi; siete tutti nelle nostre preghiere e che il buon Dio benedica e custodisca ciascuno di voi.
Buon Natale.
Padre Joseph OMOLLO, IMC

 

Da Embu:

Carissimi Amici di Insieme per Wamba,

Spero che questo messaggio vi trovi tutti bene. Innanzitutto, grazie a tutti per essere sempre presenti per noi nei momenti belli e in quelli brutti. Grazie per esserti preso cura di noi, soprattutto in questo momento difficile. Siamo molto consapevoli che l’economia in tutto il mondo potrebbe migliorare e molte persone stanno lottando per arrivare a fine mese. Vi ringraziamo comunque per esservi ricordati di noi. Attraverso Paolo, il presidente di Insieme per Wamba, abbiamo ricevuto 10000 Euro. Questo denaro è opportuno perché permetterà il mantenimento dei bambini durante i due mesi di vacanze e anche l’acquisto del materiale scolastico per l’ottavo anno, la nuova classe nel sistema di istruzione superiore in Kenya. Al momento abbiamo 62 bambini, ma quando la scuola chiuderà, a fine ottobre, ne avremo 83 poiché alcuni che sono in collegio torneranno con noi. Non è facile, ma con il tuo aiuto ringraziamo Dio, perché di solito riusciamo a raggiungere la fine e vedere molti bambini condurre una vita normale in cui l’istruzione è fondamentale per un futuro luminoso. Sono molto grato per la tua generosità. Ci hai aiutato a salvare tante anime. In precedenza, avevamo un sistema 8.4.4 per otto anni di scuola primaria, quattro anni di scuola secondaria e quattro anni di università. Adesso, invece, abbiamo il 2.3.3.3, cioè due anni di scuola dell’infanzia, tre anni di elementari di primo grado, tre anni di elementari superiori, tre anni di medie e poi università con specializzazione. Per questo nuovo sistema abbiamo raggiunto il grado 7; l’anno prossimo, nel 2024, avremo la classe 8, che necessita di essere dotata dei materiali scolastici. In Kenya chiuderemo la scuola alla fine di questo mese (ottobre) e apriremo l’8 gennaio 2024. I bambini trascorreranno due mesi di vacanza con noi alla Carlo Liviero Children’s Home.

La situazione attuale nel Paese appare pacifica, e preghiamo affinché continui così, anche se il costo della vita è molto alto. Nel paese sono state introdotte molte tasse e molte persone faticano ad arrivare a fine mese. Il continuo aumento del petrolio sta rendendo gli altri beni molto costosi, rendendo la vita molto dura. Questo anche perché nel Paese c’è siccità. Molte persone avevano bisogno di raccogliere di più per le loro famiglie. Come sapete, la maggior parte della popolazione del Kenya dipende dai prodotti agricoli, che dipendono dalla pioggia. Il cambiamento climatico ci ha colpito molto e coloro che dipendono dalla pioggia non possono prevedere e pianificare quanto tempo ci vorrà per piantare e raccogliere abbastanza per le loro famiglie. In questi giorni, il dipartimento meteorologico sta aspettando El Nino, ma stiamo aspettando di vedere perché molti prevedono il tempo che accadrà e non si avvererà. Speriamo per il meglio.

Tanti saluti dai ragazzi. Sono grati per il tuo supporto. Siate certi delle nostre preghiere e possa Dio benedirvi e darvi la grazia di cui avete bisogno per i vostri sforzi.

Con amore,

Sr. Alice e le mie sorelle della comunità e la Fraternità della Casa del Bambino Carlo Liviero

 

I VOLTI DI WAMBA

di p. Franco Cellana

Vi scrivo da un lettino dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, dove mi trovo da un mese per la chemioterapia per poter vincere e debellare la “mala bestia” di un andenocarcinoma all’esofago scoperto dai dottori di Nairobi ai primi di aprile. Dalla finestra dell’Ospedale vedo i tetti della citta’, scruto l’andirivieni delle macchine che sostano all’Entrata principale scaricando con gentilezza e sofferenza persone di ogni eta’ e condizione che entrano a questo Centro per una cura di speranza e rigenerazione. Un nuovo mondo che sto riscoprendo…

Ogni giorno il mio pensiero vola in Kenya e a Wamba. Sono partito dopo Pasqua salutando la comunita’, chiedendo preghiere e supporto in questo nuovo evento di vita. Alcuni anziani a nome di tutti mi hanno dato la loro benedizione con il bastone sollevato in alto: “Nenda, upone vizuri, rudi mapena, Mungu yupo pamoja nawe” (Vai, curati bene, ritorna presto, Dio e’ con te). In questo augurio contemplo oggi i volti di Wamba. Scrivo cosi’ alcuni pensieri a tutti voi che mi seguite da vicino nella mia vita africana, quale segno di riconoscenza e gratitudine.

Wamba rifiorisce.

                  Nel 2014 qualcosa sta cambiando a Wamba. E’ nata la speranza tanto attesa. Il “pianto” della popolazione di Wamba (15 mila abitanti) per avere acqua, dopo 7 anni di aspettativa e di promesse da parte del Governo e di altre ONG e’ stato accolto…

–        L’Ordine di Malta che nel giugno 2013 aveva ricevuto il nostro invito di venire a offrire un segno di solidarieta’ in questa zona del nord tra i nomadi, ha piantato le sue tende qua. Dopo vari tentativi di ricerca con esperti geologi, durante la Pasqua 2014 ha istallato la trivella sotto la montagna e scavando 5 pozzi ha potuto trovare una ricca falda di acqua dolce a 55 metri. Quale gioia e consolazione per tutti. Finisce un incubo, inizia una “stagione nuova”. Ora dovrebbe iniziare la seconda fase di studio per la distribuzione dell’acqua a tutti i gruppi (12 villaggi), alle istituzioni, scuole, Ospedale e Missione. Dio e’ grande…

–        Il Camion sognato. Prima di Pasqua siamo riusciti a concludere l’acquisto di un Camion Militare Iveco 175 ( 4×4) grazie al prezioso contributo dell’Associazione Insieme per Wamba.  Servira’ per il trasporto dell’acqua alle scuole delle manyatte durante i mesi di siccita’, e per il trasporto legna, materiali e gruppi di persone per gli incontri. E’ gia’ in pieno servizio con la gioia di tanti Samburu che vedono arrivare la benedizione di Nkai. Dio e’ condivisione…

–        Lavori e Progetti. Il laboratorio tecnico della Missione ha preparato da gennaio banchi e letti per le scuole. Grazie alla presenza di alcuni gruppi di volontari (Brescia, Ledro, Firenze e Venezia) ha facilitato la messa in atto di una struttura metallica per la Scuola/Cappella di Remot che servira’ come modello per altri centri, e la costruzione semplice di una cucina tipo per gli asili, piantata a Narrapai, una nuovissima comunita’ samburu. Dio e’ generoso…

–        Asili e Poveri. Gli Asili sparsi un po’ dovunque nel territorio sono molto spesso dimenticati dal Governo, privi di mezzi, di un minimo di struttura, e di cibo. Stiamo cercando di sostenerli grazie al contributo di alcuni Gruppi che hanno preso a cuore i piu’ piccoli. I Samburu non sono poveri, ma ci sono tra di loro tanti poveri quando arriva la siccita’ e i greggi sono lontani: anziani e bambini piccoli dimenticati nelle manyatte per tanto tempo senza latte, senza acqua e senza cibo. Anche a loro va la nostra attenzione e cura.

Wamba sprofonda.

Non tutto e’ positivo a Wamba. Ci sono delle ombre che pesano sulla comunita’: la mancanza di lavoro per i giovani, la carenza di un programma di agricoltura ( il terreno e’ riarso, sabbia e ghiaia in ogni zona dove imperano le ombrellifere che creano solo panorama). L’assenza degli uomini per tante attivita’, la loro Banca e’ il bestiame che e’ intoccabile. Solo le donne vanno sulla montagna a preparare il carbone o a tagliare i “fito” (bastoni) per costruire le tipiche casette samburu. Ma molte famiglie sono senza capre o mucche per cui diventa difficile sopravvivere, senza alimenti o altre risorse.I volatili (galline e uova) non erano nel loro menu tradizionale ma finalmente molti adesso hanno capito l’importanza di estendere in altri campi la possibilita’ di sopravvivenza.

–        Gli ubriachi (uomini, donne e giovani) sono in aumento.E’ una piaga che si sta estendendo a tutti i livelli fin verso le manyatte sulla strada di Isiolo e verso Maralal. Naturalmente chi soffre di piu’ sono i bambini dimenticati dai genitori o dalle mamme per giorni e giorni : spesso sono sporchi, senza vestiti e.. affamati.

–        La mancanza di salute. Nonostante l’attivita’ dell’Ospedale e di un Health Centre governativo fin dagli anni ’60, manca ancora una coscienza di prevenzione e salute. Tanti malati   vengono curati con cure tradizionali. I “Wazee” (anziani) sono passivi spesso di fronte a problematiche esistenti nella comunita’e nella famiglia. Sono estremamente resistenti ad offrire il loro contributo di qualche capra o mucca in favore di un malato, per la scuola dei figli o altri eventi familiari. Il loro patrimonio lo tengono caro e sacro.

–        Alcuni fattori estremamente duri. La mancanza del culto del morti : soprattutto per le ragazze non circoncise e non sposate o per i moran (guerrieri) che muoiono giovani, vengono portati sotto una pianta e dilaniati dalle iene, sciacalli o altri predatori. Le ragazze che hanno accesso libero alle feste di iniziazione dei guerrieri per diventare adulti (El Muget) non devono rimanere incinte, pena gli aborti che distruggono spesso il loro corpo producendo infezioni terribili e anche preclusione di altre maternita’.

Wamba si illumina.

Non siamo spaventati o demoralizzati per queste realta’ umane negative. Al contrario ci siamo proposti come pastori “in mezzo alle pecore” come dice Papa Francesco, di entrare a conoscere, a dialogare e a proporre una luce nuova per questa cultura antica e profonda. Educazione, dialogo, metodologia nuova e fede sono i pilastri della nostra azione 2014.

–        Naman Nkishu (la cultura dei pastori). Abbiamo formato un gruppo di riflessione e di dialogo composto da 14 uomini e donne adulti di ogni ceto e fede religiosa che si chiama appunto Naman Nkishu. E’ una Task force per approfondire la cultura locale, i grandi problemi presenti nella comunita’ e per trovare insieme con gli anziani, con le donne e con i moran (guerrieri) delle risposte concrete ai problemi sopra enunciati : Aids, bevande illecite e ubriacanti (chang’aa), aborto, culto dei morti, scuola, bambini ecc..Abbiamo incontrato diversi gruppi nella vasta area della Missione. Ci hanno accolto con grande interesse.

–        I Wazee (gli anziani). Su questa spinta del Naman Nkishu, con i Catechisti di ogni zona noi come Missione abbiamo organizzato un incontro con gli anziani in tutte le 28 oustations.

Dopo tanti anni di presenza missionaria la loro assenza quasi totale era un problema.

Cosi’ abbiamo potuto incontrare da gennaio a marzo 537 anziani che per la prima volta hanno ascoltato un messaggio diverso: non politico, non economico e di progetti ma di formazione e ricostruzione della loro vita nella dignita’ di ogni persona (Nkanyit), presentando i problemi reali come detto sopra, facendo conoscere il piano di Dio (Nkai) che si e’ manifestato per tutti gli uomini nel Figlio Gesu’ Cristo. Abbiamo offerto loto il the’ e il tabacco tipico come segno di amicizia. Siamo felici e orgogliosi perche’ l’accoglienza e l’ascolto che abbiamo avuto sono stati senzazionali. Dio e’ immenso…

  • Grazie a tutti voi che ci siete vicini e ci accompagnate.
  • Grazie per le vostre visite, interesse e comunicazione con cui divenite partecipi.
  • Grazie per il dono delle vostre offerte e contributi per i poveri e per le altre opere.
  • Grazie perche’ sta nascendo a Wamba una comunita’ piu’ umana e giusta.
  • Grazie per il dono dell’amicizia e affetto che ho sentito in questo tremendo evento di vita che mi ha cambiato, rivoltato, scardinato ma riempito di tanta pace e speranza per offrire in un modo nuovo il mio contributo di vita alla missione.

Ho chiesto a Dio Signore che mi conceda di tornare presto presso questo popolo e di avere ancora tanto tempo per essere con i miei compagni e collaboratori “fiaccola che si sa muovere in mezzo agli uomini, accompagnandoli nel loro insidioso cammino” ( Papa Francesco).