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Un giorno nella savana

Eccoci qua con un’altra giornata terminata e pronti per andare a letto jon prima di avervi dato un aggiornamento. Vi chiediamo in anticipo di scusarci per l’assenza di foto che verranno caricate domani ma siamo veramente… cotti questa sera.

Paesaggi veramente suggestivi oggi: la savana dell’africa che si vede nei documentari di geo & geo o di Piero Angela… e noi eravamo li!!!!!

Chilometri e chilometri percorsi su “piste sterrate” che talvolta diventavano solamente “idea di pista” perché tanto non si capiva bene dove andare:

Attraversamenti di fiumi secchi con salite che richiedevano le 4 ruote motrici, le marce ridotte e il differenziale bloccato. In altre parole salitone con preghiera corale per non insabbiarsi. E’ stata una giornata di traffico intenso.. abbiamo incrociato un fuoristrada, e una mototaxi (ecco le stranezze dell’africa che ritornano) e visto una macchina su di un’altra collina.

Eppure in questo territorio deserto ARIDO e ABBARBICATO sulle colline rocciose.. c’è vita. Abbiamo incontrato due piccole comunità in località “TEPETE” E “MARMAROI”  a soli 10 e 15 km da Wamba ma a “soli” 1.30 e 2.00 ore da Wamba.

A Marmaroi la messa è stata celebrata all’esterno sotto un’acacia per “eccesso di adorazione” per usare il termine dei catechisti. per due volte abbiamo dovuto rincorrere le particole nella savana per evitare che le capre le mangiassero. Anche questa è Africa.

In questi luoghi senza confini e senza acqua si può sempre trovare una costruzione che diventa di volta in volta Chiesa, Asilo, DISPENSARIO O SALA COMUNE: Il tutto circondato da “maniatte” recintate con i rami delle acacie spinose.

Oltre alle celebrazioni le visite erano motivate dalla distribuzione del cibo. Con la siccità infatti viene sempre anche la fame e senza l’aiuto della Parrocchia la vita sarebbe ancora più dura per queste comunità.

Siamo rimasti senza parole per quello che abbiamo vissuto e siamo convinti che non ci sia fine allo stupore.

I dettagli tecnici della giornata sono:

1) partenza ore 8… più o meno

2) prima sosta ore 8.05 più o meno per acquistare 300 chupa chups da distribuire a bambini, vecchi giovani ecc..

3) ora 10.00 più o meno sosta in mezzo alla savana per caricare in auto passeggeri e catechisti traduttori.. Perché in queste comunità si parla in Inglese che viene tradotto in Swaili che viene tradotto in Samburu. Nel nostro caso si partiva dall’Italiano all’inglese allo swahili al tamburo con notevole accelerazione delle cose…

4) 10.30 prima messa e successiva distribuzione del cibo.

5) 12.00 partenza per Marmaroi dove giungiamo alle 12.45 (Grazie Signore che ci hai fatto arrivare vivi e sani).

6) 12.45 seconda messa e distribuzione cibo…

7) 13.30 quando noi pensavamo fosse tutto finito.. è iniziata una specie di “assemblea della comunità” dove si passava dal samburu allo swahili all’inglese e all’italiano e poi si rispondeva passando dall’italiano all’inglese, allo swahili al samburu .

Dobbiamo onestamente dire che è stato… semplicemente terribile!!.

Quando poi dopo l’applauso stavamo montando in auto 8erano già le due passate) ci è stato fatto notare che era poco educato andarsene senza bere il te. E ovviamente il te si prende seduti e chiacchierando… Quindi.. A parte la Roby codarda che ha rifiutato il te accampando strani malori intestinali, la Lucia molto più esperta ha accettato il te per poi andare a dato ai bambini dietro un muro, io assieme a Padre Charles abbiamo bevuto questo te affumicato aromatizzato  con latte e “oggetti non identificati” che notavano… continuando la chiacchierata in libertà tipo: Italiano, inglese…………

Ale 2 .45 esatti, scottati e onestamente affumicati e con lo stomaco un poco sottosopra ci siamo rimessi in marcia per tornare a casa….

Pranzo alle 3.45 e poco altro.

A questo punto vi salutiamo e rimandiamo a domani le foto a testimonianza di quanto descritto.

PS

Animali del giorno..

Babbuini, capre cammello, muli dik dik e una marea di piccoli scoiattoli che ricordano tanto quello del Film L’era Glaciale con la ghianda….

Elefanti niente ma montagne di.. popò a indicare che sono in giro…

A domani…..

 

Come promesso.. alcune fotografie..

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Distribuzione del cibo

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Bambini e mamme nella Chiesa sperduta..

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La mia visione dal posto affianco a quello del guidatore..

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Panoramica della Savana..

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Altra panoramica della Savana

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Degustando il te “affumicato”

Giornata di colori e sensazioni

Prima giornata ufficiale a Wamba. Inizia con la sveglia alle 6.30 per partecipare alla prima Messa quella dei “giovani”… Entriamo in chiesa per assistere a quella che Padre Charles ci assicura essere una Messa breve perché dopo dobbiamo andare a visitare un’altra scuola (Wamba Girls) dove ci sarà Messa in previsione dei prossimi esami di maturità….

La prima Messa dura solo un paio di orette con i ragazzi che cantano a pieni polmoni e ci fanno ripiombare nell’Africa che conosciamo!! Tutti ci sorridono e ci fanno un cenno con la mano. Alcuni adulti che passano ci fanno ciao e il coro continua ad intonare canzone su canzone.. Solo in questa messa ci saranno almeno o 300 o 400 ragazzi e ragazze… indescrivibile.

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Finita la prima celebrazione abbiamo giusto tempo per un sorso di caffè e di recuperare macchine fotografiche e bottiglie d’acqua per tornare da Padre Charles.

Appena arrivati in canonica scopriamo che mentre la prima Messa era alle 7.00 (perché siamo nella Chiesa in centro) la celebrazione presso la scuola (un paio di km fuori da Wamba) è “circa alle 9.00 o 9.30″…. cosa che in Africa significa più o meno… “prima o dopo” succederà…

Giunti alla Scuola i nostri sospetti sono confermati…. nulla è pronto anche se si nota una certa attività.. in cucina. A questo punto possiamo guardarci tranquillamente intorno e vedere una marea di studentesse indaffarate in mille diverse attività il tutto ascoltando musica “etnica” e “religiosa” a volume altissimio.

Finalmente la Messa inizia e dura… fino a mezzogiorno più o meno!

I cori e le canzoni.. le sentirete alla prossima assemblea!!
Dopo la celebrazione ci viene chiesto “siete di fretta”?? e noi ingenuamente diciamo assolutamente no…
A quel punto partono i canti e le musiche, i discorsi nostri e di ogni insegnante, di ogni classe e suo rappresentante…. e poi.. il pranzo per il quale, come sempre, siamo riconosciuti come ospiti d’onore ma trattati come parte della famiglia… Ancora una volta l’Africa ci sorprende e ci affascina……
Rientriamo a Wamba verso le 3.30…

Le sensazioni:

Paolo:
una spiritualità meravigliosa, quando cantano ci mettono non solo i polmoni ma anche e soprattutto il cuore. Padre Charles che fa una omelia basata sull’umiltà ma soprattutto sullo studio e l’impegno.. più professore di quanto sia io. Un tamburo fatto con un vecchio secchio di vernice ma che suona come un organo dei migliori.

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Una Messa Cattolica alla quale partecipano anche Protestanti e Mussulmani solo per fare “gruppo” e perché.. siamo della stessa scuola e perché in fondo in fondo.. “Preghiamo tutti lo stesso Dio”.. Che lezione meravigliosa…
Una studentessa che sapendo che lavoro all’Università… mi chiede come fare per venire a studiare in Italia… e io che avrei fatto di tutto per dirle… tranquilla sistemiamo tutto.

Lucia:
per me è stato come un tuffo nel passato quando l’incontro e la gita di stare assieme era un fatto immediato. Pensate.. prima volta che andiamo a visitare questa scuola e le ragazze mi hanno riconosciuta e fatta sentire a casa. L’emozione profonda quando scopro che una delle insegnanti (laureata l’anno scorso) veniva dalla Scuola di Santa teresa e si ricordava di me. A questo punto stanchezza, dolori e preoccupazioni sono cose già dimenticate grazie anche alle canzoni e ai balli che hanno seguito la Messa. Particolarmente bello il momento in cui dopo che io e la Roby abbiamo cantato per le ragazze le musiche sono continuate in un unico grande abbraccio tra visitatori, studenti e insegnanti….. con Padre Charles che suonava il tamburo.

Roberta
un canto comincia piano piano …. pole pole… per crescere gradatamente, fino a raccogliere insieme più di 300 voci di ragazze: tutto perfettamente armonioso. Il tutto accompagnato da un movimento lento del corpo: il ballo che accompagna il canto. Nessuno e niente stona. Anche oggi la capra ha fatto la sua parte!! Assieme alle patate e all’immancabile riso.

Dimenticavo che “questa piccola scuola” ha circa 350 iscritti (tutte ragazze povere e da recuperare) di Wamba.

Per concludere questa bellissima giornata vengono a trovarci alla Guesthouse:
Selina (insegnante scuola elementare)
Suor Viviana (nuovo arrivo alla Scuola di Santa teresa)
Padre Charles per un te dopo cena
Padre Aldo Giuliani di passaggio verso la sua Missione a Sererit con Valentino e Manu.
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Arrivati a Wamba

Sembra impossibile ma siamo partiti solo due giorni fa ma ci sembra di essere ormai a “casa” con le cose belle e quelle un poco meno simpatiche.

Siamo partiti da Embu questa mattina alle 8.45. La cosa più bella da raccontarvi è che mentre in partivamo dallal’orfanotrofio.. tutti i bambini in fila indiana e con una zappa sulla spalla stavano avviandosi verso il campo di proprietà della scuola per dissodare la terra e piantare il mais che poi, speriamo, sarà loro sostentamento durante l’anno…. Anche i più piccoli sui 6 o 7 anni erano in fila con… zappe più grandi di loro.

Nulla da segnalare fino a Nanyuki dove, come al solito, facciamo una tappa in una serie di bancarelle dove compriamo tutto quello che poi cerchiamo di farvi acquistare per finanziare l’Associazione…..

Cambio di auto con spostamento di tutte le nostre valige dalla macchina di Suor Alice alla Land Rover della Parrocchia e via verso la savana… La strada la hanno asfaltata ma la macchina rimane la stessa e quindi quelle 4 ore di auto ci hanno “frullato ben bene….

Da notare che la tecnologia avanza anche in Kenya… trovai 3 chilometri di lampioni stradali alimentati con celle fotovoltaiche… poi altri 3 chilometri.. solo di piloni poi.. più niente altro… pole pole (con calma).

Abbiamo visto, finalmente, una ragazza che guidava la moto portando dietro di se due persone!!!! Ci ha fatto veramente impressione (buona impressione).

Animali visti per strada.. un branco di zebre, 2 dia dik (non i cantanti ma piccole antilopi) 3 babbuini che tranquillamente si spulciavano in mezzo alla strada mentre noi aspettavamo di passare, torme di capre cammelli e asini..

Ora tempo di andare a nanna perché domani abbiamo una giornata lunga.. che vi racconteremo domani sera.

Ciao a tutti

PRL

Primi giorni

Ci scusiamo per aver saltato un giorno di diario ma.. anticipando quello che abbiamo scritto alla fine… quello che in Africa non cambia mai.. sono i problemi tecnologici!! Ora con nuovo modem e nuova macchina fotografica…promettiamo di essere più.. costanti!!!!

Venerdi 21 ottobre 2016 Embu

 

Eccoci presenti.

Come volevasi dimostrare pianificare è una parola che non esiste nel vocabolario di viaggio.

Avevamo programmato di fermarci a dormire fuori Nairobi e invece????

Suor Alice ha deciso, all’ultimo momento, di rientrare subito a casa a Embu e così abbiamo viaggiato di notte arrivando alle 2 circa del mattino a destinazione.

Strade buie e popolate questa volta da MULI che dormono per strada , sia sul bordo che in mezzo, a cavallo della linea tratteggiata della careggiata.

È andato tutto bene comunque , anche se per noi era la prima volta il viaggio notturno.

Dopo esserci riposati qualche ora (siamo andati a dormire alle 3 quasi e ci siamo ritrovati poi alle 8) abbiamo prima salutato tutti i bambini della Carlo Liviero (fino al 28 di ottobre loro sono presenti e frequentano la scuola) e poi ci siamo avviati con suor Alice a fare il giro dei grossisti per la spesa del cibo … al momento mangiano a scuola a pranzo 184 bambini e 50 circa sono quelli che vivono all’interno della stessa.

Vi lasciamo immaginare il quantitativo di spesa che serve.

Al pomeriggio proprio non ce l’abbiamo fatta a muoverci subito e quindi, un’ora distesi per una pennicchella e poi di nuovo per strada….LA GIORNATA ERA COTTA questo è il nostro motto.

Al pomeriggio visita ai bambini Embu di prima accoglienza: è sempre uno spettacolo, sono tantissimi e sorridenti.

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Poche parole e solo foto che già parlano da sole.

La giornata giunge al termine ma non finisce qui ci aspetta un dopo cena di spettacolo organizzato dai ragazzi e si concluderà con un chiuppa chiuppa per tutti.

Comunque dobbiamo confessare una cosa: si notano subito i cambiamenti e le molte innovazioni… illuminazione stradale, scuolabus nuovo con relativo garage, galline e vacche di allevamento che fanno parte di micro progetti per l’autofinanziamento.

L’unica cosa che non cambierà mai è la strada rossa polverosa che entra ovunque.

Vogliamo anche mostrare alcuni bambini che indossano i cappelli e dei vestiti che ci sono stati donati.

Ovviamente sono solo un esempio per ringraziarvi tutti.

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Buona serata anche a voi.

Un abbraccio dai viaggiatori e a domani.

Primo giorno di viaggio..

Cari amici, come promesso iniziamo il viaggio e i racconti.

Questa mattina sveglia all’alba.. no sicuramente prima dell’alba perché erano le 4,30…. Doccia e.. ultimo controllo, un poco agitato se abbiamo messo tutto in valigia. Di solito quando viaggio per lavoro le cose importanti da ricordarsi sono… passaporto e carte di credito così se per caso manca qualche cosa la si compra sul posta. In questi viaggi in Kenya bisogna essere sicuri di aver preso tutto: abbiamo caricato i 140 fazzoletti per le Ragazze della scuola di Santa Theresa?? si ma non mi ricordo in quale valigia. I colori per i bambini di Embu.. sono sicuro che li ho messi nella valigia verde…

E così via fino a quando… bisogna proprio partire per l’aeroporto.

Ora siamo ad Amsterdam aspettando il nostro volo,

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Insonnati stanchi ma felici ed impazienti di arrivare… L’energia che ieri sera pensavamo di avere esaurito sta tornando…. e così la voglia di scherzare e giocare…

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Un saluto a tutti, compresi i mie studenti che forse mi seguiranno in questo viaggio.

Hi to everybody and also to my students that, maybe will follow my trip 🙂

Per ora ciao da Roby, Lucia e Paolo

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Un’altro viaggio e un’altra avventura

Cari amici e sostenitori è un pò di tempo che non scriviamo sul sito e di questo mi scuso ma, come sapete, questa attività ha di per se tempi un poco lunghi e rimane sempre una attività sul pura base volontaria che deve sempre fare i conti con la normale vita quotidiana.

Detto questo volevo solo comunicare che le attività dell’Associazione continuano e che siamo in partenza per uno dei periodici viaggi in Kenya.

Anche questa volte con la Lucia e la Roberta ci avventureremo in un viaggio di “soli” 11 giorni durante il quale abbiamo concordato le visite e gli incontri con tutti i nostri referenti. del viaggio daremo conto al Direttivo e agli Associati in modo formale al nostro ritorno.

Se però volete/siete interessati e/o semplicemente curiosi potete seguirci su questo sito dove cercheremo di fare, come al solito, un “Diario di viaggio” con il quale condividere con voi sensazioni, umori, notizie e aneddoti del nostro viaggio.

Voglio concludere questo primo “reportage” ringraziandovi ancora tutti per l’aiuto e il sostegno che ci avete dato e che continuate a darci. Non saremmo riusciti a stipare 6 valige di abiti, medicine, oggetti vari da donare senza il vostro aiuto. Non potremmo andare ad aiutare i nostri amici e fratelli se Voi non ci sosteneste ogni singolo giorno dell’anno.

Tanti saluti e ringraziamenti a tutti e.. arrivederci a presto!!

Paolo

Racconti di Viaggio

Prima che partisse per Wamba, ho promesso a Lucia Trevisiol che, al suo ritorno, mi sarei trasformata in un “inviato speciale” per provare a cogliere i momenti, le emozioni e gli incontri che hanno scandito il suo viaggio.

Tenterò di raccontare soprattutto per mantenere vivo il legame e il dialogo con i sostenitori di “Insieme per Wamba” e con i lettori de L’Incontro, molti dei quali risiedono nei Centri don Vecchi, che hanno sempre contribuito con grande generosità alla realizzazione delle diverse iniziative.

Ecco perché le righe che mi appresto a scrivere verranno pubblicate sul sito dell’Associazione e sul settimanale, nella speranza di raggiungere il maggior numero di persone possibile.

Avevo immaginato di sedermi ad ascoltare munita di carta e penna, però ci siamo ritrovate a chiacchierare un po’ per caso e mi sono lasciata rapire da un resoconto che mi restituiva immagini nitide e toccanti come fotografie!

Pur non avendo preso appunti, farò del mio meglio per non tralasciare dettagli importanti e confido nell’aiuto della mia interlocutrice, che leggerà l’articolo in anteprima, per colmare eventuali lacune.

Sin dall’inizio della nostra conversazione, ho percepito che questo viaggio, indispensabile e proficuo come gli altri, è stato particolare per una serie di ragioni.

La prematura scomparsa di padre Franco, che per anni ha guidato la comunità di Wamba, ha lasciato un vuoto incolmabile, che rischiava di pesare come un macigno sul cuore di tutti coloro che gli hanno voluto bene e hanno lavorato al suo fianco.

L’intensità e l’autenticità della sua esperienza e della sua fede, invece, sono diventati il sostegno di chi ha raccolto il testimone e di padre Charles, la cui presenza ha garantito la continuità del contatto con i villaggi, spesso molto distanti l’uno dall’altro.

Quando sono venuti a mancare i punti di riferimento (nella persona di padre Franco o delle suore), gli ideali, a cui nessuno ha mai rinunciato, si sono rivelati fondamentali per poter continuare a camminare.

Lo testimonia il fatto che il ruolo di Lucia e dell’Associazione è stato riconosciuto dalle comunità locali, al di là delle opere realizzate.

Gli anziani, infatti, hanno pregato per lei, le hanno donato una collana e, riferendosi agli aiuti ricevuti, hanno citato l’episodio dell’obolo della vedova che decide di donare tutto ciò che possiede.

La scelta di quest’immagine dimostra quanto la solidarietà venga percepita come reale volontà di condivisione e di sostegno allo sviluppo.

E, dopo gli anziani, è arrivato il momento d’incontrare i piccoli, a cominciare dai bambini di strada di suor Alice, che hanno organizzato un bellissimo spettacolo.

Quest’impagabile e intraprendente giovane religiosa, che anch’io ho avuto il piacere d’incontrare, ha intuito che la danza può aiutare a esprimere la sofferenza, ma anche la voglia di riscatto e la sete di speranza.

E così, con l’incedere della musica, i movimenti dapprima impetuosi, quasi rabbiosi, diventano fluidi e armoniosi per testimoniare il bisogno di leggerezza, di un respiro nuovo.

Nei giorni successivi, Lucia è andata a trovare gli oltre 180 scolari ai quali, grazie a uno dei progetti più recenti, è stato possibile garantire il pranzo.

I pasti, vissuti in allegria e con grande rispetto per il cibo, si trasformano in una “palestra” di equità, perché ogni bimbo, a turno, prepara le porzioni per sé e per i compagni.

Mentre la chiacchierata volge al termine, affronto con la mia ospite la questione della barriera linguistica e, nell’istante in cui realizzo che la presenza di qualcuno che parla inglese renderebbe tutto più semplice, capisco anche che l’autenticità di una presenza disposta a calarsi in una quotidianità diversa dalla propria e a viverla fino in fondo viene percepita al di là delle parole.

 

Federica Causin

Grazie a tutti

Carissimi sostenitori,

questa mattina arrivato in ufficio ho controllato, come sempre, la mail e ho trovato il messaggio qui sotto che condivido con voi. Anzi Il messaggio qui sotto è per voi e arriva “grazie” a voi e ai vostri sforzi. Io, in quanto rappresentante dell’Associazione, sono semplicemente quello che “tiene i contatti” per voi.

Devo dire che la mia giornata, dopo il messaggio, aveva “tutto un’altro sapore”.

buona lettura e grazie mille ancora…

Paolo

 

Carissimo Paolo, stavolta il servizio bancario ha funzionato alla grande: il bonifico  e’ gia’ felicemente arrivato. Naturalmente l’aspetto positivo per noi si configura nella cospicua somma che la vostra gente e la vostra Associazione ha generosamente donato per i bisogni materiali dei nostri ragazzi. E pur considerando che una buona fetta va a coprire la rilevante spesa sostenuta per sistemare la cucina, rimane una bella sommetta che useremo interamente per l’acquisto di cibo dal momento che la triplicazione dei pasti giornalieri rende indispensabile e non agevole l’aumento delle provviste. Ma sapessi quanto risulta gratificante vedere che nessun alunno (tra gli oltre 100 esterni) rimane ora senza la refezione scolastica che consiste in un “robusto” piatto di minestra (in prevalenza riso arricchito con fagioli e altro). Sono ben consapevole che i soldi ricevuti pervengono da tantissime persone che hanno messo il loro cuore a disposizione del Signore, il quale se ne e’ servito per far giungere un concreto supporto ai Suoi piccoli. Mi piacerebbe che tutti i donatori potessero apprendere che – grazie ai loro sacrifici – alle ore 12,45 di ogni giorno feriale oltre 180 giovanissimi studenti della nostra scuola ricevono un “robusto” piatto di cibo fumante per trasformarlo nell’energia necessaria a reggere la lunga giornata di lezioni in aula. E ogni boccone ingoiato velocemente ricorda agli alunni beneficati che esso proviene da veri amici anche se lontani e sconosciuti. Su di noi incombe l’onere di amministrare in modo responsabile la donazione ricevuta e fare ogni possibile sforzo per scongiurare il pericolo che l’esaurimento dell’attuale tesoretto possa a suo tempo comportare la fine ingloriosa di questo bel miracolo. Mi impegno a chiedere insistentemente al Signore di benedire e proteggere ciascune delle tante persone che si son private di un po’ del loro per tendere cristianamente una mano a bambini dalla vita perennemente in salita (ricompensando a dovere anche l’Associazione che sa declinare in mille modi il dono gratuito ai poveri). Da umile suorina quale sono, posso solo spendere la preghiera per tutti voi e, siatene certi, lo faro’ in abbondanza e continuita’ con infinita devozione. Molto cordialmente
Sr Alice

Pensieri sparsi

Abbiamo chiesto ad una nostra sostenitrice di scrivere alcune righe per il nostro sito.

Riceviamo e subito pubblichiamo

IN ATTESA

 

Ho accolto con molto piacere l’invito di Paolo, Roberta e Lucia a condividere con gli amici di “Insieme per Wamba” quelli che mi piace definire “pensieri sparsi”.

Forse qualcuno mi conosce già per gli articoli che scrivo sul settimanale L’Incontro.

Se così non fosse, rubo soltanto qualche riga per raccontarvi che sono Federica, ho 44 anni e mi destreggio tra l’attività di segretaria in un’azienda di trasporti e quella di traduttrice.

Ah, dimenticavo! Viaggio in carrozzina elettrica, perché ho avuto un po’ troppa fretta di nascere…

La scrittura è una mia antica passione ma, soprattutto, è uno dei modi in cui provo ad andare incontro agli altri.

Oggi però non sono qui per parlarvi di me.

Vorrei riflettere insieme a voi su una parola che negli ultimi giorni ho incontrato spesso: attesa.

Purtroppo, dopo i recenti fatti di cronaca, l’attesa può instillare paura e rischia di diventare il tempo dell’incertezza e del sospetto.

Proprio per questo, credo sia importante riscoprirla come un’occasione di rinvigorire la speranza, confidando nelle promesse di bene che il Signore ha in serbo per ognuno di noi.

Attendere tuttavia non vuol dire restare immobili bensì cogliere l’opportunità di farsi prossimi, di imparare a vedere e comprendere le necessità degli altri, di contribuire in prima persona.

Significa provare a seminare segni di solidarietà, anche minuscoli, con la stessa cura e sollecitudine con cui ci occupiamo degli addobbi natalizi, che raccontano la nostra voglia di stare con le persone care e di respirare aria di festa.

Una festa che avrebbe senz’altro un sapore diverso, se potesse diventare, anche per chi vive lontano da noi, possibilità concreta di guardare al domani con fiducia.

E a questo proposito, noi possiamo fare la differenza con gesti concreti.

 

Federica Causin.