Aspettando l’aereo…

Eccoci di nuovo e nell’attesa di imbarcarci  (abbiamo oltre 4 ore di attesa ad Abu Dabhi) e morendo di freddo continua il racconto …

Freddo

 

Come vi dicevamo riusciamo a partire con l’auto stracarica di bagagli pronti per tornare ad Embu per una sosta di una notte e ripartire la mattina dopo per Nairobi.

Poteva andare tutto liscio????? Potevamo farci mancare qualche esperienza nuova????

Ebbene … ecco una quasi tempesta di sabbia che comincia in savana e ci accompagna fino a dopo Isiolo. Cominciamo proprio bene!!!!!

Seconda cosa la Madre Generale di un ordine di suore indiane chiama P. Franco per un breve saluto (e vi facciamo osservare che la parola “breve” non esiste nel vocabolario africano)

E non bastasse dopo aver superato questa intemperia e una sosta a sorpresa dalle suore, una ruota del fuori strada si sgonfia.

Cosa c’è di strano???? Bisogna cambiarla e alla prima occasione farla riparare dal gommista … la strada è lunga e piena di imprevisti e non si può di certo stare senza ruota di scorta.

Per cui altra sosta forzata presso un centro abitato molto popolato con tanto di mercato ai bordi della strada … occasione per fare qualche acquisto.

Per non farci mancare nulla inizia poi a piovere per cui tutte le valige che stavano comodamente sul tetto (e guarda caso sono di stoffa/tela) devono essere riallocate.

Il bel fuoristrada spazioso e ampiamente sufficiente per 6 persone.. ora è stipato anche con 5 o 6 valige, borse, zaini e zainetti.. da fuori sembriamo proprio un Matatu!

Morale della favola: invece che alle  18.30 previste  arriviamo ad Embu da Suor Alice alle 22.00… vi lasciamo immaginare le strade poi: nessun lampione, una carreggiata stretta, nessuna striscia stradale, posti di polizia, gente che cammina ai bordi della strada senza luce, macchine che sorpassano ovunque, moto taxi che sfrecciano e tanti, tanti, tanti e ancora tanti bumps (sono quelli che noi chiamiamo dissuasori stradali … ma questi sono molto più alti).

Vi confessiamo che all’arrivo ad Embu abbiamo quasi baciato la terra.

Per fortuna un piatto caldo l’abbiamo trovato e presto ci addormentiamo stremati dalla stanchezza.

 

Lunedì 20 luglio 2015

Per le ore 11.30 dobbiamo essere in aeroporto a Nairobi e il traffico è inteso per cui si decide di partire alle ore 8.00.

Siamo un po’ tristi e nessuno ha più voglia di scherzare: la strada è lunga e per quasi 3 ore si parla poco e alcuni crollano per un pisolino tranne il nostro driver che assomiglia veramente ad un gigante ma di un’agilità e sensibilità che non ha paragoni, sempre scaltro e attento a tutto.

Ora siamo appisolati su poltrone in sala di attesa all’interno dell’aeroporto … fa un po’ freddo ma cerchiamo di reggere all’attesa del nuovo imbarco … peccato aver lasciato le copertine in aereo ora ci sarebbero state veramente utili.

Torniamo a casa con un grosso bagaglio di ricordi che vogliamo raccontare … penso che ci dovrete sopportare per tanto tempo con il nostro parlare ma ce la metteremo tutta per farvi provare, almeno in piccola parte, ciò che abbiamo provato noi perché ciò che abbiamo scritto in questi giorni è veramente una piccola parte.

E per concludere vi riportiamo alcuni aneddoti che hanno dell’incredibile:

  • la strada sterrata per Wamba è stata “battuta”;
  • si sta cercando di migliorare la “viabilità” della “città” di Wamba;
  • la Chiesa è in restauro e al momento è un cumulo di macerie (hanno garantito che per il 22 agosto sarà pronta per il Giubileo dei 50 anni);
  • per prendere un colpo d’aria consigliamo di venire in Africa in questo periodo
  • invito a cena con cristiani, mussulmani e protestanti che lavorano in parrocchia;
  • va bene mangiare capra ma poi se ne pagano le conseguenze: per digerire consigliamo Stoney (idraulico liquido);
  • una tavolata di gente che parla della pesca (in Africa … a Wamba è tutto dire);
  • esiste un paese che si chiama Cakaa Mega e una lunga serie che inizia così e un altro Kirinyaga (si pronuncia Chirignaga).
  • L’aria condizionata dell’aeroporto che ci sta uccidendo! vi salutiamo e andiamo a comprare delle tuniche e dei turbanti.. gli unici abiti disponibili in aeroporto…

Altri particolari interessanti ci verranno in mente ora chiudiamo il report e cerchiamo di dormire un pò

 

 

Un commento su “Aspettando l’aereo…”

  1. ciao, come va? mi piacerebbe sapere di più del vostro viaggio…..come sta don Franco? dai organzzate un incontro per il don vecchi 5

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