Partiamo da fine giornata perche è stata una vera carica di emozioni. Siamo stati invitati per la celebrazione settimanale della messa presso la scuola di S. Teresa gestita da suor Carletta (donna emiliana doc) : vi ricordate che già ne avevamo parlato ieri?
Ebbene tutta la celebrazione è stata dedicata a noi: canti, balli, saluti, abbracci, predica della celebrazione e per finire la benedizione cantata e balata delle ragazze in nostro onore.
Eravamo io, Paolo, Lucia, Emilio e Nicola … gli ultimi due sono gli oculisti che con oggi hanno terminato la loro prima esperienza in Wamba.
I canti ovviamente sono stati accompagnati da tamburo e caracas…. caspita che carica di adrenalina … non ce l’aspettavamo tanta festa … siamo stati invitati a parlare per presentarci e a ballare pure noi.
Alle ragazze abbiamo portato una serie di oggetti personali che aveamo trovato nei nostri cassetti armadi e altri che ci sono stati regalati (profumi, fazzoletti, borse …). Sappiamo che presto festeggeranno la festa della donna: giorno importante per loro perchè non dovranno far altro che divertirsi tutto il dì e le suore lasciano piena libertà di vestirsi, truccarsi, ballare, mangiare e bere. Gli insegnanti maschi cucinano e servono a tavola.
Durante il giorno ci siamo divisi per compiti diversi.
Io e Lucia siamo passati per gli asili e le scuole distribuendo caramelle e palloncini, giocare con i bambini dell’asilo e delle elementari.
Paolo invece ha presenziato ad una riunione organizzata a Wamba per parlare del problema dell’acqua a cui hanno partecipato oltre a padro Franco il nostro referente in loco anche le alte autorità del distretto … come al solito una gran parte di sostanza è politica e il resto una piccola parte si è trattato il vero problema.
Non ci siamo però dimenticati di curiosare nei laboratori vicino alla parrocchia e indovinate cosa abbiamo trovato?
Falegnami al lavoro per costruire i banchi necessari nelle varie scuole gestite dalla missione.
Il carpentiere che tagliava e saldava la struttura che è partita da Arco e che con gran fatica è stata sdoganata il mese scorso. Trasportata a Wamba è stata smontata, riorganizzata secondo le esigenze del posto e montata in due dei tre outpost dove sono necessarie avviare le scuole evitando che le lezioni si tengano sotto un albero.
Insieme a noi ci sono anche dei trentini che per quanto riguarda il montaggio delle varie strutture sono dei veri fenomeni…gran lavoratori, veloci, attenti e precisi. Nessun pezzo non viene tagliato se prima non viene attentamente esaminato il problema. Al momento sono state realizzate le strutture di Remote , per Narrapai (il nostro posto del cuore) dobbiamo attendere prima di alzare le strutture perchè il governo locale non ha ancora dato i permessi di costruire…anche qui la burocrazia regna e se noi italiani siamo lunghi immaginatevi in Africa che esiste solo il “tempo”.
Abbiamo ancora tanto lavoro da fare e da controllare e presto usciremo per visitare gli altri poveri, per il momento parliamo con gli amministratori dell’Ospedale, delle scuole elementari e professionali cercando di capire le priorità.
Volevamo solo dirvi che cercheremo di controllare se i nostri e vostri sforzi sono effettivamente utilizzati al meglio affinchè ogni singolo sacrificio non sia vano.
Una piccola nota da parte mia che sono qui a Wamba per la prima volta e che cerca di raccontare in queste pagine il viaggio di gruppo. Padre Franco mi ha chiesto di dire due parole durante la presentazione alle ragazze di S. Teresa. Avevo appena ascoltate le parole di Emilio che con le lacrime agli occhi ha detto che loro curano gli occhi a chi non vede e in questo caso Wamba ha curato i loro occhi facendo vedere cose fantastiche.
Concordo pienamente con lui ma aggiungo anche altro: sono partita da Wamba con nessuna aspettativa e ho lasciato che Wamba entrasse nella mia mente piano piano guardandomi attorno come mi ha suggerito un’amica.
Sono qua che sto rigenerando la mia mente e riempiendo i miei occhi con la calma, i sorrisi, i saluti della gente, i colori e anche gli odori del posto…non è possibile esprimere la diversità del luogo senza fermarsi e riflettere.
Buona notte