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Dalla scuola di Gikondi

Dalla scuola di Gikondi Eccomi di nuovo sul web per raccontare ancora una volta un’emozione vissuta durante il viaggio di febbraio (2014) in Kenya. Ho avuto la fortuna di visitare una nuova scuola superiore per ragazze in località Gikondi a 1500 metri di altitudine: scuola ancora in costruzione che richiede ancora molto lavoro per essere ritenuta tale e dignitosa a garantire un’istruzione a tutto tondo

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Le studentesse hanno esposto con una lettera i problemi e le difficoltà che ogni giorno devono affrontare per poter studiare e realizzare il sogno di migliorare il proprio status.

LETTERA BENVENUTO RAGAZZE GIKONDI

Ragazze tenaci che non si fermano davanti ai tanti problemi: black out continui che le costringono a studiare a lume di candela, piagge che rendono il terreno fangoso e molte volte devono fare lezione nella veranda (le aule non sono dotate di pavimentazione finestre e porte), la carenza di acqua che costringe le studentesse ad uscire dalla scuola per reperire la razione quotidiana. DSCN0420

Per rendere più reali i problemi aggiungo che le ragazze e i professori vivono all’interno dell’area scolastica: dormono in edifici che sono poco più che baracche, mangiano in un refettorio dotato di poche tavole e panche senza porte e finestre, coltivano quel poco che la terra gli permette.

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La lettera termina con questa considerazione: “È facile dire che da quando la scuola è in mano alle sorelle dalla consolata ci sono stati degli sviluppi. Ringraziamo la superiora per i sacrifici che sta facendo.” Oggi voglio pubblicare questa lettera cercando di dare una interpretazione fedele dello scritto… il mio è un’inglese “vecchio” e il loro invece un po’ “maccheronico” e per questo mi ha aiutato Elena!!!!!! Voglio infatti continuare a ricordare a me stessa e a voi che avete il coraggio di leggere ciò che viene pubblicato nel nostro sito web, una delle tante cose importanti vissute durante il viaggio con la speranza che colpiscano anche voi.

Roberta

La preparazione vista dalla Roby

Eccomi ora tocca a me raccontarvi qualcosa del viaggio che stiamo per intraprendere.
Avrei talmente tante cose da raccontare che spero di riuscire a limitare il mio pensiero a quelle importanti e soprattutto a trasmettervi le sensazioni.
Questo è il mio primo viaggio a WAMBA e l’emozione è già alle stelle ancora prima di partire.
Ragazzi che corse!!!!:)))))))
Sembra che il tempo ci scappi dalle mani: biglietti, vaccini (non mi sono mai fatta bucare tanto come in questa settimana e in più odio gli aghi), valige, abbigliamento e soprattutto organizzare i bagagli con tutte le cose da portare … sembra che si debba muovere un esercito e invece siamo in tre viaggiatori….per fortuna.
Ma il pensiero di andare a vedere i ragazzi di strada non si può rinunciare di portare le magliette, i pantaloni, i pupazzi, le scarpette, i cappellini, i maglioncini, i giubbotti, i palloncini da gonfiare …. e tante altre cose che noi non usiamo più.
Per non parlare di penne matite gessetti colori gomme temperamatite e tante altre cose che ci hanno regalato per la scuola.
La stessa cosa perché arrivando a WAMBA non portiamo dei regalini anche alle ragazze che stanno studiando? E allora trova i foulard, le borsette, piccoli profumi, fazzoletti, magliette decorate …. non ho mai guardato tanto tra le bancarelle dei mercatini come in questo periodo.
Devo dire inoltre che è stato bello coinvolgere neo mamme in questa avventura: molte di loro hanno capito e ci aiutano come possono. Nel fare il cambio dell’armadio dei loro figli hanno fatto una cernita delle cose migliori e non troppo usate per donarla ai bambine/e del Kenya.
Per non parlare delle persone che ci ospiteranno: e per loro cosa portare in dono?
A qualcuno piace il caffè a qualcuno piacciono le tisane, gli insegnanti invece usano le cravatte o le le borse porta oggetti, ad altri (e tra questi noi viaggiatori) la grappa …. e allora vai in cerca di tutto questo e non stupitevi se in valigia ci facciamo stare anche una buona bottiglia di vino:))))
Mi ci vorrebbe il “teletrasporto” … si! sarebbe una soluzione ideale.
Non rimane altro allora che chiudere le valige …. bella impresa questa!!!!! Come faccio a far entrare tutto senza superare il peso previsto??????
Per non parlare poi del mio lavoro (intendo dire quello che mi permette di portare a casa la pagnotta e di sopravvivere economicamente) …. Frenetico e intenso perchè proprio quando non te lo aspetti arriva qualcosa di importante e nuovo e non vuoi lasciare in difficoltà i tuoi capi o la collega.
Mi ritrovo a fare molte ore rinchiusa in ufficio ma contenta di farlo perché oramai l’avventura è iniziata e non si può fermare.
È come vedere un film che ti coinvolge e non puoi assolutamente perdere il finale.
Mi rimane solo un dubbio da sviscerare: riuscirò io a dare o a “portare” qualcosa di buono in questo paese che mi accingo a visitare?
Penso sarà il contrario, sarà l’Africa a darmi molto da portare a casa ma vI racconterò come andrà perché spero di poter aggiornarvi quotidianamente o quasi. ….. Internet permettendo.
Ora vado a lavorare che mi sbrigo un po’ di carte.
Roberta